BLACK IN TIME by John Jakes

BLACK IN TIME by John Jakes

autore:John Jakes
Format: mobi
editore: Softbook
pubblicato: 2009-03-30T09:54:06+00:00


Urlando e bestemmiando, due diaconi stavano scivolando giù dal tetto. Il Reverendo Whisk era in piedi sulla cima, come una banderuola animata, e urlava in direzione di Jeb Falco: — Uccidete quel grosso negro!

Falco guardava meravigliato il gruppo di bianchi sul tetto, che cercavano di non scivolare giù. — Cosa diavolo?…

— Quel negro, Frederick Douglass, fuggirà oggi! — gridò Whisk. — Oggi stesso, milleottocentotrentotto, riuscirà a scappare e si rifugerà nel Nord, dove fonderà un infame giornalaccio antischiavista, chiamato "The North Star", se voi non lo fermerete!

— Chi?… Come?… Cosa?… — ripeteva Jeb Falco, starnazzando come un'oca.

— Dico a voi! — gridò Whisk, agitando i pugni. — Non preoccupatevi di come lo so! Lo so, e basta! Se lascerete scappare quel negro, manderà in rovina la razza bianca! Scuoterà tanto quei maledetti abolizionisti bianchi, che… Oh, mio Dio!

Whisk aveva perso la presa e cominciava a scivolare.

— Taglia le corde — bisbigliò Harold.

Il grosso guerrigliero di colore si tuffò in avanti. Con quattro colpi tagliò le funi che legavano Douglass.

Gli occhi dello schiavo brillavano di felicità. — Grazie, fratelli, chiunque voi siate. — E con un balzo scavalcò il recinto.

Jeb Falco si accorse di essere stato ingannato. Sollevò la frusta. Whisk, caduto dal tetto, continuava a lanciare imprecazioni da qualche punto invisibile, dietro il granaio.

— Cagna bugiarda! — urlò Falco, rivolto a Diana. — Eri d'accordo con loro! — Alzò il braccio per frustare la ragazza.

Freddamente, Diana si lanciò contro di lui. Con due colpi di taglio alla gola lo gettò a terra. Harold le fece segno di fuggire, agitando il braccio. Tutt'e tre si diressero verso un boschetto, mentre i diaconi, disorganizzatissimi, correvano a recuperare dietro il granaio il loro leader caduto.

I tre raggiunsero il boschetto e si nascosero nella sua oscurità protettrice. Jomo si passò la mano sulla fronte.

— Amici, ogni volta diventa più diffìcile.

Diana era raggiante. — Ma ce l'abbiamo fatta! Douglass raggiungerà New Bedford e Rochester, come previsto. E un giorno pranzerà alla Casa Bianca, e racconterà ad Abramo Lincoln le sofferenze della schiavitù. Noi…

Jomo le posò una mano sul braccio e le ingiunse di tacere. Sporgendo la testa da dietro gli alberi, si guardarono attorno. Sul prato illuminato dal sole, Whisk e i quattro diaconi avevano formato una fila. Battevano il prato, e presto avrebbero raggiunto il boschetto.

— Scappiamo — suggerì Harold.

Attraversarono il boschetto e fuggirono dalla parte opposta. Oltrepassarono un ruscello e percorsero due o tre chilometri. Infine Diana cadde a terra, esausta. Un uccello si levò in volo, sopra le loro teste. Dalle cinture giunse un suono di gong.

— Oh, Dio! — esclamò Harold. — Di nuovo!

— Sì, di nuovo — disse Jomo. — Finché quel maledetto Reverendo continuerà a muoversi lungo il tempo, cercando di rendere schiava la razza nera.

Diana si rialzò faticosamente in piedi. Allungò il braccio e sfiorò la mano di Harold.

Jomo le rivolse un'occhiataccia. Lei la ignorò. Il gesto di Diana dette ad Harold la forza di aprirsi la camicia e di parlare al dispositivo di controllo. Ammiccando sotto la



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